Il libro, infatti, è diviso in 21 capitoli ognuno col nome di un elemento chimico.
Nel primo capitolo "Argon", Levi racconta dei suoi antenati ebraici paragonandoli ai gas e descrivendoli come nobili, inerti e rari. Come l'Argon, da cui ne trae il titolo del suddetto capitolo, essi sfuggono da possibili contatti con individui diversi da loro. Narra inoltre delle loro abitudini e del gergo da loro parlato, nato da una fusione tra piemontese e ebraico.
Nel secondo capitolo "Idrogeno", Levi narra di quando era al liceo, e di quando, insieme al suo amico Enrico, faceva i suoi primi esperimenti nel laboratorio del fratell
o di Enrico. Ad esempio, fondono e soffiano il vetro, preparano l'ossido d'azoto e tentano l'idrolisi dell'acqua. Al protagonista riesce quest'ultimo esperimento e, per convincere del "successo" anche Enrico, fa esplodere il barattolo di idrogeno(da qui deriva la scelta del titolo del capitolo). Levi, inoltre, spiega la "differenza" di aspettative dalla chimica tra lui ed il suo amico. Questo è ciò che più mi ha colpito nel capitolo, ed è presente, sebbene con personaggi diversi da Enrico, anche nei capitoli "Zinco" e "Ferro". Mentre Enrico desiderava dalla chimica, guadagno e sicurezza economica, secondo Levi : "la chimica rappresentava una nuvola indefinita di potenze future...da quella nuvola attendevo la mia legge, l’ordine in me, attorno a me e nel mondo. Ero sazio di libri, che pure continuavo a ingoiare con voracità indiscreta, e cercavo un’altra chiave per i sommi veri...a scuola mi somministravano tonnellate di nozioni che digerivo con diligenza, ma che non mi riscaldavano le vene..capirò anche questo, capirò tutto…troverò una scorciatoia, mi farò un grimaldello, forzerò le porte…".
Nel terzo capitolo, "Zinco", Levi racconta i suoi anni all'università e di quan
do frequentava il corso di Chimica Generale ed Inorganica del professor P. Il suo primo esperimento riguardava la preparazione del solfato di zinco(da qui il titolo al capitolo). L'autore, descrive questo elemento come "metallo noioso" e "non è un veterano carico di gloria come il rame, e neppure uno di quegli elementi freschi freschi che portano ancora addosso il clamore della loro scoperta". Durante l'esperimento, Levi conosce Rita, ragazza che lui già aveva notato da tempo. Rita considera l'università, a differenza dell'autore che la definisce"il tempio del Sapere", come "un sentiero spinoso e faticoso, che portava al titolo, al lavoro e al guadagno". Infine, Levi, usa nel capitolo, per riferirsi alla sua origine e razza ebrea, una frase molto significativa per me e dice : "sono io l'impurezza che fa reagire lo zinco, sono io il granello di sale e di senape". L'autore, infatti, è fiero di essere impuro e considera la sua orgine, a differenza della maggioranza, "un fatto pressochè trascurabile ma curioso, una piccola anomalia allegra".
Nel quarto capitolo, "Ferro", Levi racconta le sue esperienze quando
entra nel corso di Analisi Qualitativa del secondo anno del professor D., periodo in cui Mussolini occupa l'Albania. L'autore conosce Sandro un ragazzo un pò isolato, come del resto lo stava diventando anche Levi dopo la proclamazione delle leggi razziali. I due diventano amici, e Sandro grazie a Levi migliora il suo andamento scolastico, mentre Levi impara ad amare le montagne che sono la passione del suo amico. Anche in questo capitolo, è molto interessante notare la diversa visione della chimica da parte di Sandro, rispetto a quella di Levi. Sandro, infatti ha scelto la chimica solamente perchè è "un mestiere di cose che si vedono e si toccano, un guadagnapane meno faticoso che fare il falegname o il contadino". Levi invece si era iscritto a chimica perchè voleva "farsi signore della materia". Secondo lui inoltre " vincere la materia è comprenderla, e comprendere la materia è necessario per comprendere l'universo e noi stessi:e che quindi il Sistema Periodico di Mendeleev, che proprio in quelle settimane imparavamo laboriosamente a dipanare, era una poesia, più alta e più solenne di tutte le poesie digerite al liceo...". Il nome del capitolo deriva dal fatto che Levi descrive Sandro come fatto di ferro. Lui, inoltre era legato a questo elemento da una parentela antica, poichè i suoi antenati facevano dei mestieri che comprendevano l'uso del ferro.
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