lunedì 13 luglio 2009

Cap. Carbonio

"Carbonio"è l'ultimo capitolo, dal quale deduciamo il vero intento dell'autore riguardo al libro.
"Non è un trattato di chimica, neppure un'autobiografia.."
"..è la storia di un mestiere, il CHIMICO e delle sue sconfitte, vittorie e miserie, quale ognuno desidera raccontare quando sente prossimo a conchiudersi l'arco della propria carriera, e l'arte cessa di essere lunga".
Levi infine ci racconta un pò del carbonio; lo descrive come elemento della vita e che dice tutto a tutti a differenza degli altri elementi chimici. Inoltre è un elemento singolare: è il solo che sappia legarsi con se stesso in lunghe catene stabili senza grande spesa di energia, ed alla vita sulla terra occorrono appunto lunghe catene".
Ci rivela che al carbonio era rivolto il suo primo sogno letterario : la storia di un atomo di carbonio.
Racconta cosi tutti i percorsi dell'atomo di carbonio, partecipa alla fotosintesi clorofilliana, diviene glucosio che ossidato e viene restistuito all'atmosfera sotto forma di anidride carbonica definita come "un rimasuglio ridicolo, un'impurezza".
Infine è questo elemento chimico che "fa sì che la mia mano corra in un certo cammino sulla carta, la segni di queste volute che sono segni; un doppio scatto, in su e in giù, fra due livelli d'energia guida questa mia mano ad imprimere sulla carta questo punto: questo".

Cap. Vanadio

In questo capitolo, Levi ha a che fare ancora con le vernici, infatti lavora ancora nella fabbrica.
Essa aveva importato una partita di resina che vernici che non si asciugava. Primo allora decise di mettersi in contatto con l'industria tedesca da cui provenivano queste resine. Il doctor Muller, nome a lui già noto, gli suggerisce, per porre rimedio alla situazione, di aggiungere 0,1% di naftenato di vanadio(additivo).
L'autore aveva la sensazione di conoscere già il doctor Muller, anche dal modo di scrivere la lettera di risposta alla lamentela per le resine ,"rileggendo le due lettere dal periodare pesantissimo, infarcite di tecnicismi, non riuscivo a far tacere il mio dubbio...".
Primo, decise di mandargli una copia in tedesco di "Se questo è un uomo"e una lettera per accertarsi che quel Muller fosse davvero l'ispettore che controllava che il lavoro in laboratorio fosse ben svolto nella fabbrica di Buna.
Muller confermò, e dalla lettera, Levi scorse da parte del mittente, come la volontà di una assoluzione "perchè lui aveva un passato da superare ed io no".
Tra loro iniziò un vero e proprio scambio di lettere, nelle quali Muller espone la sua volontà di incontrare Levi...solamente che quel giorno non verrà mai a causa della morte del Doctor Muller...

Cap. Argento

In questo capitolo, Levi viene invitato per la cena del 25° anno di laurea.

Nonostante non sapeva chi fosse l'autore della lettera riguardante l'invito, pensò subito a Cerrato, suo compagno di studi.
Accettò l'invito, e durante la serata confidò a Cerrato il suo intento di scrivere questo libro "Il Sistema Periodico" e gli propone di raccontargli una storia sempre riguarda la chimica da inserire nel libro. Cerrato allora narra un episodio successogli che darà il nome proprio a questo capitolo, Argento.
Lui lavorava al controllo del reparto dove si fabbricano le carte per radiografia.
Sebbene tutto il reparto era altamente igienizzato, alcune consegne erano danneggiate poichè alcune carte risultavano rovinate.
Levi dedusse dopo vari accertamenti che queste impurità provenivano dalle tute da lavoro dei lavoratori. Esse infatti venivano lavate nell'acqua del fiume contenente bromuro di argento, il quale dalle tute entrava in contatto con le carte danneggiandole.

Cap. Uranio

In questo capitolo, Levi lavora presso la SAC (Servizio Assistenza Clienti) ed il suo compito è quello di vendere dei prodotti al pubblico; lui definisce questo lavoro:"..un esercizo salutare,che aiuta a conoscersi e rinforza il carattere".
Un giorno fa visita al signor Bonino il quale gli racconta un episodio della sua vita. Durante la seconda guerra mondiale, fuggì da una caserma di tedeschi e mentre andava verso Rivoli, un aereo tedesco atterrò e gli chiese il giusto percorso per la Svizzera.
In compenso gli donarono "un pezzo di uranio".
Levi rimase abbastanza basito; il signor Bonino gli donò cosi un frammento per analizzarlo.
Dalle analisi l'autore dedusse che quello era cadmio e non uranio.

Cap. Stagno

In questo capitolo, Levi e Emilio, tentano di portare avanti il laboratorio inutilmente, poichè visti gli scarsi guadagni saranno costretti a chiuderlo per istallarne uno più precario e disordinato nella casa dei genitori di Emilio.
L'unico guadagno consisteva nel fondere lo stagno:
"...Ci sono metalli amici e metalli nemici. Lo stagno era un amico. Non solo perchè da qualche mese, Emilio ed io ne vivevamo, trasformandolo in cloruro stannoso da vendere ai fabbricanti di specchi, ma anche per altre ragioni più risposte. Perchè si sposa al ferro, trasfromandolo nella mite latta e privandolo pertanto della sua qualità sanguinaria di "nocens ferrum"; perchè lo commerciavano i Fenici e perchè tuttora lo si estrae, raffina ed imbarca in paesi favolosi e lontani; perchè si allega col rame per dare il bronzo...; perchè fonde basso...".
Insomma :".. di solo cloruro stannoso l'uomo non vive..".

Cap. Azoto

In questo capitolo, Levi e Emilio, ricevono al loro laboratorio il cosiddetto "cliente sognato" che richiedeva una consulenza.
"La consulenza è un lavoro ideale, quello da cui tu trai prestigio e quattrini senza sporcarti le mani, nè romperti il filo della schiena, nè rischiare di finire abbrustolito o intossicato: devi solo toglierti il camice, mettere la cravatta, ascoltare in attento silenzio il quesito, e ti senti come l'oracolo di Delfo".
Il cliente era il proprietario di una fabbrica di cosmetici che aveva dei problemi con un rossetto il quale si dilatava poco dopo averlo applicato. Levi, dopo studi, dedusse che bisognava aggiungere l'allossana, la quale si trovava negli escrementi(acido urico) di uccelli e rettili in forma di azoto.
Dopo varie ricerche, l'autore rinuncia alla ricerca dell'allossana poichè : "lo sterco rimane sterco, e l'allossana dal nome sonante un nome sonante...".

Cap. Arsenico

In questo capitolo, Primo e Emilio, suo amico, avevano un laboratorio nel quale analizzavano le merci che i pochi clienti gli portavano.
Un giorno Primo ricevette un ciabattino, il quale gli lasciò dello zucchero da analizzare poichè "voleva sapere se era zucchero o no, o se c'era magari dentro qualche porcheria".
Primo analizzandolo si accorse subito che c'era qualcosa che non andava, infatti scoprì che era arsenico.
L'indomani, riferì al ciabattino il referto dell'analisi il quale non si stupì, perchè già aveva scoperto il colpevole di questo misfatto.

Cap. Titanio

Questo capitolo è dedicato a Felice Fantino. Lui, sta verniciando un armadio, quando Maria, una bambina, inizia a fargli molte domande poichè colpita dal suo lavoro. Lei gli chiede, cosa fosse quella vernice "magica" da rendere tutto bianco: è titanio.
Lei affascinata, vorrebbe toccarlo, e Felice accorgendosi di ciò, designa con del gesso un cerchio intorno alla bambina divietandole di uscire fuori da esso. Finito il lavoro, cancella il gesso per "liberarla".

domenica 12 luglio 2009

Cap. Zolfo

In questo capitolo, Levi, decide di sospendere il suo racconto autobiografico, e ci vuole narrare, invece, un episodio successo a Lanza.
Lui, in tempo di guerra, lavorava ina fabbrica presso una caldaia a pressione che conteneva zolfo. Quando il termometro arrivava a 200° C bisognava svuotare lo zolfo chiamato B41.
Una notte, però, "la caldaia stava andando in pressione" e allora decise di aprire la ventola di aspirazione. Fortunatamente tutto andò per il meglio, Lanza svuotò la caldaia e, a turno completato, si avviò a lasciare il lavoro.

Cap. Cromo

In questo capitolo, Levi si trova a pranzo con vecchi amici e si raccontano esperienze passate.
All'autore ritorna in mente, un momento della sua vita, risalente al 1946 quando lavorava in una fabbrica di vernici.
Il suo compito è quello di trovare la causa dell'"impolmonimento", che consiste nel fatto che "le vernici da liquide diventano solide con la consistenza appunto del fegato o del polmone".
La vernice contiene cromato basico e resina alchidica."Forse il cromato era troppo basico o la resina troppo acida: sono appunto queste le condizioni in cui può avvenire un impolmonimento".
Levi cerca in un vecchio archivio la raccolta delle PDC(prescrizioni di collaudo) in disuso, e trova un errore di trascrizione per quanto riguarda l'aggiunta di un reattivo; è stato questo l'errore che "ha falsato tutte le analisi successive, appiattendo i risultati su di un valore fittizio dovuto all'enorme eccesso di reattivo...".
Infine, per rimediare le vernici andate a male, utilizzia il cloruro di ammonio che si rivela eccellente.

Cap. Cerio

Questo capitolo "Cerio" è uno tra le più profonde e commoventi storie. Infatti, proprio grazie al cerio, Levi e il suo amico Alberto, sono riusciti a sopravvivere fino all'arrivo dei Russi.
Siamo nel novembre 1944, Levi è ad Auschwitz poichè è chimico per la fabbrica di Buna.
"Mangiare, procurarci da mangiare, era lo stimolo numero uno.."
Levi infatti, si trova costretto a rubare qualsiasi cosa dal laboratorio, a costo di mangiare.
"Rubavo tutto, salvo il pane di miei compagni"
Un giorno trova nel laboratorio un barattolo misterioso, poichè non aveva etichetta.
Era ferrio-cerio "la lega di cui sono fatte le comuni pietrine per accendisigaro".
Loro, avevano in totale 120 pietrine da accendino ognuna delle quali "era quotata una razione di pane, cioè un giorno di vita".
Dunque, possono considerarsi liberi grazie al cerio che gli ha offerto circa due mesi di vita, il tempo necessario affinchè i Russi li avrebbero liberati.

Cap. Oro

In questo capitolo "Oro", siamo nell'autunno del 1942, e Primo vive a Milano insieme ad amici ed amiche torinesi.
Primo si allea con i partigiani, ma "all'alba del 13 dicembre 1943", viene catturato insieme a due suoi amici.
Dopo essere interrogati più volte, vengono rinchiusi nelle celle e l'autore "leggeva molto, perchè pensava che il tempo che gli rimaneva era poco".
Levi conosce un prigioniero il quale era solito cercare l'oro nel fiume Dora(nome dato da lui stesso appunto perchè "porta oro").
La cosa che più colpisce l'autore del prigioniero, è il voler vivere libero, "senza catene" e il suo disinteresse nel diventare ricco.

Cap. Fosforo

Nel capitolo "Fosforo", Levi si trova costretto a lasciare il lavoro alle cave (giugno 1942).
Attraverso il Dottor Martini, trova lavoro presso una fabbrica nei dintorni di Milano che produce estratti ormonali. Il suo lavoro consiste nella "ricerca di un rimedio contro il diabete che fosse efficace per via orale".
Cosi si licenzia dalle cave e comincia questo nuovo lavoro. Lì ritrova Giulia Vineis, sua compagna di università, ed fu proprio lei a parlare bene dell'autore essendo a conoscenza della precaria situazione alle cave. Lei gli spiega come sia facile non lavorare in quella strampalata fabbrica; infatti passa le giornate a scrivere "lettere torrenziali" al fidanzato con il quale si sposerà e, solo dopo, l'autore si rende conto di averla amata.
Levi intraprende degli esperimenti: prima studia gli antociani sui conigli e poi l'acido fosforico sulle piante.
Archiviato l'esperimento degli antociani, si deve occupare solo del fosforo definito "portatore di luce". Il suo compito è quello di somministrare ai conigli l'estratto di fosforo e misurare la loro glicemia. Questo lavoro però, oltre a non condurre a nessun risultato, non lo gratifica poichè, "fare un lavoro in cui non si crede è una grande afflizione".

Cap. Nichel - Piombo - Mercurio

Nel capitolo "Nichel", mentre il Giappone dichiara guerra agli USA con l'attacco a Pearl Harbor, Levi ottiene la laurea in chimica con 110 e lode. Sebbene ancora non ha un lavoro, un giorno riceve una visita da un tenente del Regio Esercito che gli offre un lavoro "misterioso" in una miniera vicino Torino. Da essa si ricava il 2% di utile e il 98% di sterile; proprio in questo sterile era presente del nichel e, il lavoro che spetta a Levi, è quello di recuperarlo, poichè il suo prezzo era molto elevato.
Il contenuto medio di nichel era del 0,2%.
Levi nonostante ciò, attraverso vari procedimenti riusce ad ottenere il 6% di nichel; ciò però si rivelerà inutile quando si scoprirà che nel settore industriale il metodo da lui utilizzato non potrà essere applicato.

I capitoli "Piombo" e "Mercurio", sono due racconti cosiddetti "racconti minerali", scritti da Levi durante il periodo in cui lavorava alla cava e definiti "come il sogno di evasione di un prigioniero".
Nel capitolo "Piombo", si narra la storia di Rodmund (ultimo discendente della dinastia dei Rodmund, famiglia di ricercatori di piombo) che si definisce un negromante poichè muta il piombo in oro. Il suo è un mestiere, che " lo lega alla terra, ma è libero: non è un contadino"; definisce inoltre il piombo come "il metallo della morte : perchè fa morire, perchè il suo peso è un desiderio di cadere, e cadere è dei cadaveri, perchè il suo stesso colore è smorto-morto, perchè è il metallo del pianeta Tuisto, che è il più lento dei pianeti, cioè il pianeta dei morti".
Lui vive a Thiuna, trova un ricco giacimento lo vende, e con i soldi del ricavato decide di fare un viaggio.
Durante il viaggio, decide di dirigersi verso l'isola Icnusa detta "l'isola dei metalli". Vi si trasferisce, fonda un villaggio detto Bacu Abis e "compera" una donna per mantenere la generazione di Rodmund.


Nel capitolo "Mercurio", si narra la storia del caporale Abrahms e di sua moglie Maggie che vivevano in un'isola detta Desolazione al fine di controllare che Napoleone non tenti la fuga dall'isola di Sant'Elena.
Nell'isola arrivano due condannati Willem e Hendrik e due naufraghi, Andrea e Gaetano.
Maggie, essendo l'unica donna sull'isola è desiderata dai quattro uomini; Abrahms allora, decide di comprare quattro donne per i nuovi arrivati.
Successivamente, a casa di un'eruzione dal vulcano dell'isola, essi scoprono una grotta che contiene molto mercurio greggio definito "freddo, fuggitivo, sempre inquieto..". Insieme, imparano a distillare l'elemento ottenendone oro
e con questo, paga le quattro donne.
Inaspettatamente Abrahms decide di sposarsi con una delle quattro donne, "una ragazza dagli occhi grigi molto più giovane di lui", mentre Maggie si legherà ad Hendrik con il quale da tempo aveva instaurato un buon rapporto.